Nel 1586 San Filippo Neri, che aveva già avviato a Roma la sua azione assistenziale nei confronti dei deboli e dei giovani in cui parte essenziale era rivestita dalla musica, inviò alcuni suoi fidati collaboratori a Napoli per crearvi la seconda Casa Filippina. Nacque l'Oratorio di Napoli, destinato a divenire uno dei centri più importanti non soltanto della azione assistenziale filippina, ma anche della rigogliosa produzione musicale della Napoli vicereale e poi borbonica. Nel 1615 per alcune divergenze la Casa napoletana volle distaccarsi da quella madre romana e i padri napoletani assunsero la denominazione di 'Girolamini', per sottolineare la loro devozione alla Casa originaria fondata da Filippo Neri nel- l'oratorio romano di San Girolamo della Carità. Nasceva così quello che Salvatore di Giacomo, autore nel 1918 del primo Catalogo dello straordinario archivio musicale superstite dei Girolamini (quasi 2000 manoscritti musicali dei più grandi autori della musica sacra napoletana tra Sei e Settecento, una collezione unica al mondo) chiamò 'la Casa della Musica'.
Già nella prima grandiosa antologia musicale filippina, Il Tempio Armonico (Roma 1599), il padre Giovenale Ancina aveva inserito numerose composizioni di autori napoletani vicini alla Casa Oratoriana: questo testo può dunque essere considerato l?atto di nascita della tradizione musicale dei Girolamini di Napoli, che nei due secoli successivi coinvolger? i massimi musicisti attivi a Napoli e soprattutto i giovanissimi allievi dei quattro conservatori di musica, che canta- vano laudi e frottole in coro con grande abbondanza e diversità di strumenti musicali.
In omaggio a quella benemerita istituzione, che univa le attività assistenziali e spirituali ad una meravigliosa vivacità e creatività musicale, abbiamo voluto proporre un progetto di ricerca e riesecuzione del paesaggio sonoro che caratterizzò gli inizi dell'Oratorio filippino a Napoli, grazie alla collaborazione degli attuali Padri responsabili della Casa dei Girolamini e all'intuizione artistica di Antonio Florio, fonda- tore e direttore dei Turchini, il complesso napoletano specializzato nella musica antica celebre in tutto il mondo.
A questo storico complesso sono affiancati studenti di musica antica provenienti da tre conservatori dell'Italia meridionale che hanno avviato una preziosa sperimentazione in questo campo: Bari, Cosenza e Napoli. Dall'unione di queste componenti - e con l'indispensabile supporto della Carime - deriva una proposta culturale e artistica unica e innovativa che potrà essere inserita in un circuito che comprende esecuzioni in ognuna delle città coinvolte e, particolarmente a Napoli, possa coinvolgere anche i ragazzi più giovani del quartiere storico della Casa oratoriana, come avveniva nel Seicento.
Saranno presentate composizioni strumentali e laudi comprese nella raccolta di Ancina, tutte di autori napoletani o attivi a Napoli intorno al 1600, prevalentemente noti per i loro rapporti con Gesualdo da Venosa o istituzioni come l'Annunziata e la Cappella Reale.